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Confucio chiamava la Giada: "lo specchio dell'integrità anima-mente". Riteneva che potesse aiutare l'uomo a prendere decisioni con determinazione e sicurezza. Sulla Giada esiste una ricca tradizione di leggende orientali, tanto che in Cina si usa ancora donare un oggetto di Giada ad un nascituro, come protezione ed augurio di prosperità. La varietà di colori ed i numerosi appellativi - spesso usati impropriamente - hanno creato confusione ed incertezza attorno a questa bellissima pietra. Il termine Giada indica due tipi di materiali: la Nefrite che appartenente al gruppo degli anfiboli, e la Giadeite che appartiene al gruppo dei pirosseni. Questi materiali furono utilizzati , fin dall'antichità, per produrre manufatti, armi ed oggetti ornamentali. La Nefrite può presentare varie tonalità di colori: dal nero al verde scuro, dal marrone al giallo e al bianco. La Giadeite, invece, può essere verde, gialla, porpora, rosa, bianca, arancio, bluastra, marrone e grigia. La più ricercata è quella verde brillante, conosciuta come Giada Imperiale. Nefrite e Giadeite sono formate da cristalli molto compatti, tenaci ed elastici che possono resistere ad elevati valori di pressione. Esse si formano dal processo di metamorfosi delle rocce ignee, basiche e ultrabasiche, a basse temperature e basse pressioni. Da sempre la Giada è considerata il portafortuna più potente, l'amuleto per eccellenza, apportatore di saggezza e prosperità; la sua “morbidezza” ne fa una pietra ornamentale duttilissima e utilizzata per oggetti artistici raffinati. Indossando un gioiello in Giada si ottiene un grande aiuto ad evolversi spiritualmente e a prendere con decisione le redini della propria esistenza.